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Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono le CER e che vantaggi offrono

Marzo 3, 2021•5 Minuti

Una comunità energetica rinnovabile (CER) è un modello di produzione sostenibile di energia. È una vera e propria comunità della quale possono far parte privati, aziende ed enti pubblici che decidono di produrre, condividere e consumare energia derivante da fonti rinnovabili.

In questo articolo illustreremo cosa sono le Cer e perché è vantaggioso entrarne a farne parte. Analizzeremo anche la questione relativa a contributi e inventivi statali, a quanto ammontano e chi può usufruirne

Cosa sono le Cer?

Una Comunità Energetica (Cer) è un gruppo di persone, aziende o enti locali che si uniscono per produrre, condividere e gestire energia rinnovabile a livello locale, solitamente attraverso impianti fotovoltaici. Questa struttura permette ai membri di autoprodurre l’energia di cui hanno bisogno, condividere l’energia in eccesso con altri membri della comunità e ridurre i costi energetici, favorendo al contempo la sostenibilità ambientale e l’indipendenza energetica.

Quali sono i vantaggi di una Comunità Energetica Rinnovabile?

Una CER offre diversi vantaggi sia in termini economici che ambientali. Innanzitutto favorisce una transizione energetica sostenibile, perché l’energia che viene prodotta e utilizzata dai componenti della comunità proviene da fonti rinnovabili (in primis quella solare). Sul piano economico offre tutti i vantaggi che derivano dall’utilizzo di simili fonti di energia: dalle agevolazioni fiscali alla riduzione dei costi in bolletta.

I contributi PNRR e le tariffe per le CER

Parliamo adesso della questione economica legata a contributi e incentivi. Per sostenere lo sviluppo delle Comunità Energetiche sono previsti dal decreto due strumenti:

  • Un contributo a fondo perduto del 40%, per chi installa un impianto fotovoltaico (solo per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti).
  • Una tariffa incentivante sull’energia prodotta e condivisa.

Il limite massimo di investimento è pari a:

  • 1500 €/kW, per impianti fino a 20 kW.
  • 1200 €/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW.
  • 1100 €/kW, per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW.
  • 1050 €/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1000 kW.

Quindi, per fare un esempio, per un impianto da 20 kW il contributo a fondo perduto arriva a un massimo di 12mila euro. Inoltre gli impianti devono diventare operativi entro 18 mesi dalla data di ammissione al contributo, e comunque non oltre il 30 giugno 2026.

Chi può ottenere i contributi a fondo perduto?

Come abbiamo visto prima, questo decreto è rivolto a gruppi di autoconsumatori che si trovano all’interno del territorio dei comuni sotto i 5000 abitanti.
Gli interventi possono essere rivolti sia alla realizzazione di nuovi impianti sia al potenziamento di impianti preesistenti con componenti più nuovi e moderni. 

Che requisiti devono avere gli impianti per ottenere il contributo?

Dopo aver visto cos’è una Cer e chi può farne parte, scopriamo insieme quali sono i requisiti per poter effettuare dei lavori usufruendo del contributo a fondo perduto del 40%:

  • La potenza nominale dell’impianto non deve superare 1 MW.
  • L’avvio dei lavori deve essere successivo all’entrata in vigore del decreto.
  • Quando si presenta la domanda, la CER deve già essere costituita.
  • Le configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia devono essere realizzate conformemente all’articolo 31 del decreto legislativo n. 199 del 2021.
  • Gli impianti di produzione e di prelievo devono essere connessi alla rete di distribuzione attraverso punti di connessione che fanno parte della stessa area della cabina primaria
  • È necessario il possesso dei requisiti di tutela ambientale.
  • Gli aiuti concessi ai sensi del decreto non possono superare i venti milioni di euro per progetto.

Quali sono le spese ammesse dal decreto?

Dopo aver analizzato i requisiti necessari all’ottenimento del contributo, andiamo adesso a vedere quali sono le spese che vengono coperte::

  • Realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (ad esempio impianti fotovoltaici).
  • Fornitura dei sistemi di accumulo.
  • Acquisto e installazione di macchinari, impianti e attrezzature.
  • Opere edili necessarie alla realizzazione dell’intervento.
  • Connessione alla rete elettrica.
  • Studi e spese per le attività preliminari.
  • Progettazione e indagini geotecniche.
  • Direzione dei lavori.
  • Collaudi tecnici, consulenze e supporto tecnico.

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