Il mercato europeo delle pompe di calore ha registrato un calo significativo nel 2024: un -22% / -23% rispetto all’anno precedente, con vendite scese da circa 2,6 milioni a circa 2‑2,3 milioni di unità. In questo scenario, l’Italia si mantiene seconda in Europa per numero di installazioni, con circa 348.000 pompe di calore vendute nel 2024, dietro solo alla Francia (circa 546.000).

Cosa influenza la vendita pompe di calore in Europa

Il decremento delle vendite riflette alcuni elementi chiave. Molti Paesi, inclusa la Germania (-48%) e la Francia (-24%), hanno perso terreno rispetto al boom del 2022, compensato da sostegni pubblici straordinari e prezzi del gas elevati.

La volatilità normativa e l’intermittenza degli incentivi hanno eroso la fiducia dei consumatori, penalizzando il mercato. Inoltre, l’elettricità costosa – rispetto al gas – penalizza l’adozione, particolarmente per gli utenti residenziali che valutano principalmente il costo immediato.

In Italia il quadro non cambia: nonostante il numero elevato di vendite, il tasso di penetrazione rimane basso, anche se più alto della media europea (solo 13,2 unità ogni 1.000 famiglie, contro le 48 della Norvegia).

Dati di mercato Italia: vendita pompe di calore tra residenziale e industria

In Italia, il valore totale del mercato supera i 2,2 miliardi di euro nel 2024, con una crescita di +2,4% rispetto al 2023 se si escludono i piccoli sistemi (<17 kW). È in particolare il residenziale a soffrire la flessione post‑Superbonus, mentre i sistemi VRF (medio‑grandi dimensioni) crescono del +5,4%.

I sistemi monosplit e multisplit, utilizzati soprattutto in abitazioni, costituiscono la maggior parte delle vendite e segnano una crescita del 3,3%.

Opportunità di ripresa: prospettive verso il 2030

Secondo EHPA, l’Europa rischia di mancare il target dei 60 milioni di pompe installate entro il 2030, con un gap stimato di circa 15 milioni. Tuttavia, i produttori attendono una svolta: calcolano una crescita del 250% del mercato entro il 2030, basata su nuove politiche stabili e investimenti produttivi.

Le politiche “Fit for 55” dell’UE prevedono vincoli sempre più stringenti sul riscaldamento fossile e incentivi per retrofit edilizi, favorendo una ripresa della vendita pompe di calore anche grazie a finanziamenti per l’efficienza energetica e l’installazione nei nuovi edifici.

Qualità e performance: il tema dell’efficienza reale

Un recente studio dell’ETH di Zurigo rileva che circa il 10% delle pompe installate in Europa è sovradimensionata o configurata in modo inefficiente, riducendo le performance e l’effettivo risparmio energetico. Questo fenomeno indebolisce la fiducia nel settore e frena ulteriormente la vendita pompe di calore, rendendo essenziali formazione degli installatori e certificazione dei progetti.

Impatto ambientale ed economico della vendita pompe di calore

Nonostante la flessione, gli impianti venduti evitano l’importazione di circa 21 miliardi di metri cubi di gas l’anno in Europa, con un risparmio economico stimato in 5,4 miliardi di euro e un impatto ambientale equivalente a togliere 50 milioni di auto dalle strade.

In Italia, il settore supporta la manifattura nazionale: circa il 70–75% delle unità vendute è prodotto localmente, con oltre 300 stabilimenti e circa 433.000 posti di lavoro collegati.

Cosa serve per rilanciare la vendita pompe di calore in Italia

  1. Piani incentivi stabili e prevedibili: come avvenuto nel Regno Unito, che ha registrato +56‑63% grazie a sostegni solidi.
  2. Competitività dell’elettricità rispetto al gas, fondamentale per migliorare il TCO.
  3. Formazione capillare degli installatori e standard di qualità per garantire efficienza reale e corretto dimensionamento.
  4. Comunicazione chiara verso i consumatori, con esempi concreti di risparmio, tempi di ammortamento e impatto ambientale.
  5. Integrazione nelle politiche di retrofit edilizio, puntando su pacchetti impianti + isolamento termico.

Conclusione

La vendita pompe di calore ha vissuto un caloin Europa nel 2024, ma l’Italia resta un motore importante per il 2025 e gli anni che verranno. Per centrare obiettivi climatici e ridurre la dipendenza dal gas, è cruciale un rilancio basato su incentivi strutturali, efficienza dei sistemi, formazione del settore e diffusione capillare della tecnologia.

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